giovedì 22 settembre 2011

Coqueza

Siamo a Coqueza, sono le 7 di sera. Quando ci ha salutato, Rey, un vecchio signore dell'Oregon con barba e capelli lunghi e bianchi, ci ha detto, "vai, siete alla frontiera, buon divertimento". Coqueza e' un villaggio Aymara, sulla riva nord del salar, alle pendici del vulcano Tunupa. Ci si arriva solo in fuori strada, o con il cammion del villaggio che porta le donne al mercato il giovedì mattina e le riporta a casa il venerdì. Ci si arriva come si arriva a Stromboli, o a Capraia, come si arriva a terra da un viaggio in barca. Il salar, bianco come il sale ( essendo fatto di sale) e' enorme. Lo attraversiamo con Albert, ora autista ma vero scalatore, uno che ha salito l'Aconcagua. Il vulcano sembra un enorme altare, una divinità con una spruzzata di neve che sembrano i capelli del Dio del giudizio universale. Davanti a Coquesa, prima del bianco del lago c'è una striscia verdissima di erbetta dove pascolano i lama. Dietro un villaggio di pietra e poi la strada che sale al vulcano. In 4 ore si arriva a 5400 metri, basta averne voglia. Noi con un po' di foglie di coca, che ormai utilizziamo con piacere, siamo saliti per poco più di un 'ora. Al ritorno ci ha fermato Walter all'entrata del paese: eravamo saliti verso la montagna senza pagare la tassa di soggiorno che le 15 famiglie impongono ai turisti. Siamo alloggiati in un albergo di costruito col sale, anche il letto e' di sale. Fa un freddo barbino ma il tramonto e' stato bellissimo con il salar che diventava, azzurro, poi grigio e con gli ultimi flamingos che tuffavano il becco nell'acqua gelida del Salar de Uyuni.
Stamattina prima di arrivare qui, a Colchani, abbiamo visitato una fabbrica del sale e grazie agli interessi commerciali vivacissimi di Ray abbiamo capito come funziona l'economia salifera degli abitanti di questo paesino sul lato est del salar. Poi una lunga corsa in jeep fino a qui dove abbiamo salutato i nostri compagni di viaggio (oltre a Ray e Albert, due ragazze tedesche Regina e un'altra di cui non ricordiamo il nome, un giapponese e un canadese di origini cinesi) e ci siamo avventurati lungo la frontiera. In albergo non c'è acqua ora e gli ospiti sono un po' delusi.

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