giovedì 30 settembre 2010

Teton park

Ripartiamo. Ci aspetta il pittoresco passo di Togwotee (che ricorda davvero molto le dolomiti) e appena dopo la sorpresa. Tutte le piante hanno le foglie giallo acceso. E' arrivato l'autunno sulle rocky mountains anche se noi siamo sempre in maglietta. Capiamo che stiamo godendo di una estate fuori stagione del tutto inabituale per la zona. Poi entriamo nel Teton park che e' la continuazione sud del parco di yellowstone. Il personaggio della zona e' lo Snake river che serponton serpentoni scorrre gagliardo sotto le tettone innevate ad ovest. Scendiamo a Jackson perche' sulla carta sembra una citta' vera. In realta' e' uno di quei paesi di montagna baciati dal turismo invernale. Ricorda Cortina o Ortisei o Ponte di legno. Facciamo benzina, andiamo al supermercato e ripartiamo. La sera torniamo al vecchio campeggio di Grant village nello Yellowstone e ci cuciniamo una trota alla brace.

mercoledì 29 settembre 2010

Dubois

Dubois e' il west. Le case della Main street sono come quelle di mezzogiorno di Fuoco e Butch Cassidy (gran bandito) aveva un ranch qui. Probabilmente anche adesso gli abitanti sono solo rancheros. La montagna intorno e' bellissima sopratutto dove il pascolo lascia il posto ai sempreverdi. La sera andiamo al saloon dove cercano un socio per la gestione. Ci fermiamo e gestiamo il saloon? Ci pensiamo sopra un po' poi decidiamo di lasciar perdere. ll giorno dopo meglio ripartire.

martedì 28 settembre 2010

Dubois Wyoming

Ripartiamo per il Wyoming L'idea e' di aggirare da est il parco di Yellowstone e di entrare nel parco di Teton (l'allusione e' alla forma mammellare dei picchi montani) e tornare in montagna. Ma... Tutto e' come al solito troppo grande e la velocita' del nostro Tioga raramente raggiunge le 60 miglia (100 Km) all'ora. Capiamo perfettamente perche' i primi esploratori americani nel 1820 parlassero di "The Big American Desert" per indicare queste zone. Comunque poi i texani ci hanno portato le loro mucche a pascolare in questo semideserto sconfinato e cosi' passimo per una serie di villaggi surreali con i loro musei dedicati all'epoca d'oro di banditi, mandriani e ricchi speculatori che tra il 1860 e il 1890 hanno reso queste terre un'eldorado. Chilometri di calma, ogni tanto un benzinaio con rivendita di caffe' e sorridenti ragazzi e ragazze con grappoli di figli come nei film anni 50. Verso le 4 del pomeriggio arriviamo a Dubois e ci fermiamo.

lunedì 27 settembre 2010

Il nonno Giannino

Finalmente andiamo al famoso museo sul vecchio west: e' una vera delusione ma adesso sappiamo tutto di William Cody. Un libro delle sue gesta ci indica la data in cui il nonno Giannino vide a Brescia Buffalo Bill fare il buffone a cavallo. Era l'8 maggio 1906 che emozione per il nonno!!

domenica 26 settembre 2010

Relax

Giornata di pieno relax per Ale che si immerge in un libro sugli esploratori del grande nord Canadese e di lavoro per Grace che traduce in inglese le liti degli europei sui figli contesi o sugli affari illeciti dei nostri orgogliosi monopoli economici.

sabato 25 settembre 2010

Bufalo Bill

Decidiamo che ci fermiamo a Cody per qualche giorno anche perche' per lavorare abbiamo bisogno di internet. La citta' e' un museo vivente. I sosia di Buffalo Bill si susseguono. (Generlamente vecchi signori imbiancati coi baffi spioventi, il pizzetto la pancia stretta nella camicia aderente e strisce e il cappello gli stivali, gli speroni,il gilet ecc. Compriamo i regali per i bambini. Vere frecce indiane, calumet della pace, scudi di pelle. La sera festa in piazza e poi a cena da Adriano's (cibo scadente e personaggio non proprio esaltante).

venerdì 24 settembre 2010

Cody 1

La mattina sveglia presto (ore 6,30) per cercare di vedere gli orsi che sembra si mostrino all'alba. La strada intorno al lago e' veramente magica. I geiser, spruzzacchiano il loro vapore nell'aria illuminata dal sole che sorge davanti a noi sulle montagne. Capitain jack di billy joel e' sempre la colonna sonora. Fa freschino si vedono renne e coyote ma di grizli neanche l'ombra. Quanto arriviamo al bivio che porta alle cascate troviamo la valle ancora piena di nebbia. Giriamo a destra e puntiamo ad est per Cody dove ci dicono ci sia un museo fantastico. La strada e' delle piu' belle. Un lago dopo l'altro un kenion dopo l'altro ma la vegetazione si dirada sempre di piu'. Sempre di piu'. Un alltro lago (artificiale) e gli alberi sono spariti. Vuoi vedere che Cody e' nel deserto? Si'! La vediamo dall'alto. Dopo una galleria compare un'infinita vallata arida che ricorda l'interno della Tunisia o dell'Algeria. Alle 10 siamo in citta' e andiamo subito a vedere un bel museo sulle abitazioni e i personaggi del vecchio West. Cosi' scopriamo che William Cody, detto Bufalo Bill e' tra i fondatori della citta' anche se lui e' nato lontano. Nello Iowa.

giovedì 23 settembre 2010

Yellowston Old Fhaitfull

Oggi abbiamo visto il grande geiser old fhaitfull che butta l'acqua bollente a piu' di 80 metri d'altezza per alcuni minuti e poi si riposa per un'ora e mezzo. Un tempo ci buttavano dentro i panni sporchi e dopo poco uscivano belli puliti.

mercoledì 22 settembre 2010

Yellowstone Grant village

finalmente arriviamo al mitico parco di Yellostone dopo un viaggio da Bozeman non particolarmente interessante. Lungo la strada che sale al parco ci siamo fermati in un saloon sulla strada ad Emigrant, paese fondato da sciperanti stanchi di lavorare in miniera che (fallendo) hanno tentato di vivere liberi nel Montana. All'ingresso del parco sembra che le renne i daini e i cervi che stazionano nel piazzale d'entrata siano assoldate dal capo ranger. Comunque approfittando del sole ci facciamo un po' di giri tra i geiser che sbucano ovunque. La sera siamo stanchi e dormiamo al campaggio di Grant village in mezzo al bosco su un lago enorme a 2500 metri.

lunedì 20 settembre 2010

Bozeman

Per tre giorni siamo riamsti a Bozeman un cittadina a 1000 metri di altezza nel mezzo delle praterie. Grace doveva lavorare ma approfittando del sabato sera siamo andati a vedere un concerto country dal vivo. Il Locale non era veramente molto caratteristico, sembrava molto una casa del popolo, ma il popolo era veramente folk. Al suono dei Banjo e delle chitarre delle gridda di yahoo dei cantanti con cappello da cowboy, very cowboy col cappello e gli stivali facevano roteare affascinanti pioniere in jeans e camicetta rosa. Al piano di sopra la scuola di danza era gremita di ballerini che battevano il passo e si scambiavano le dame su musiche settecentesche. Come dice la Lonely planet “watch out! Montana is addictiv”. Siamo completamente montanadipendenti. Non pensiamo di uscire dalle praterie, senza stivali, cappello e camicia a quadri.

giovedì 16 settembre 2010

Indian language

We took the rental car back and drove on down towards Missoula. We passed the Flathead Lake which was again fantastic – enormous, about the size of Lake Como, with little islands in the middle. Unfortunately it was raining and we didn’t get quite such a good view as we could have with better weather. Halfway to Missoula we saw a sign for the National Bison reserve and decided to go and see it. It was well worth the trip. It was a drive which lasts about two hours (if you’re not driving an RV – then it takes much longer) you see lots of bison (of course) but also elks and many different kinds of deer and antelopes, e.g. whitetail deer, pronghorn antelopes etc. All along the road the road signs are bilingual - English and some Indian language – the Salish-Kootenai.

mercoledì 15 settembre 2010

Il Glacier National Park

We slept in Whitefish last night. Today we rented a car and drove it through the Glacier National Park in Montana. They would not allow vehicles longer than 21 feet to use the road and our RV is 29 feet long so we had to leave it behind and rent the car. The National Park is extremely beautiful. The Going to the Sun Road starts with a very beautiful alpine lake called McDonald’s Lake. We drove all the way up to Logan’s Pass and from the Visitor’s Centre we took a hike for a couple of miles up to the Hidden Lake. It was quite spectacular. The mountains there are higher than 7,000 feet and we saw some mountain goats. They were white and looked a bit like the centaurs in the Harry Potter movies. There are supposed to be grizzly bears there too, but fortunately we didn’t see any of them. This was the continental divide where water flowing down one side flows into the Atlantic Ocean and down another it flows into the Pacific and that flowing north flows into the Arctic Ocean.
Then we drove out of the other side of the Park and again the scenery was stunning. The east side of the Park was our favourite part. St Mary’s Lake has to be seen to be believed. We passed at just about sundown and wow!
We drove out of the park and on to the Blackfoot Tribe Indian Reservation. Here, we saw three black bears (not all together, like in Goldilocks) but separately, along the side of the road. They didn’t seem very interested in the traffic that was passing but more in what they were eating.
We have seen a lot of different kinds of deer, elk, mountain goats, etc.
We slept at Glacier Campground near the park entrance and it rained all night. This morning it was dark and cold when we got up.

domenica 12 settembre 2010

Montana

Siamo entrati in Montana. Il primo segnale ci viene dal cartello di una rivendita di sigarette nel mezzo del bosco.
“Dont’ pay Washington prices!! The chipest sigarettes for the next 3000 miles” (non pagare Washington, le sigarette meno care dei prossimi 5000 km”)
Il rivenditore e’ il primo con camicia a quadri, cappello da cowboy e stivali. Quando gli chiediamo come fa a vivere in quell posto cosi’ isolato, risponde: ‘I love it!” Il Montana e’ a pochi km. E infatti dopo poco arriva un paesino Troy dove andiamo al supermercato. Incredibile e’ le pareti sono ricoperte da enormi teste di alce, di cervi, di orsi imbalsamate. Siamo in un mondo di cacciatore. Riprendiamo la strada e ci fermiamo per una passeggiata sulle cascade del Kootenay. Fantastiche. Poi la valle ricomincia a risalire verso il Canada e dopo un’enorme lago format da un’orrida diga sbuchiamo nella valle di Eureka. Al benzinaio capiamo di essere in un altro mondo un cartellino ci avvisa che qualcuno vende 2 cavalli, 2 selle, il rimorchio per i cavalli e una tonnellata di fieno per 2000 dollari. Cominciamo a fare progetti ma ancora pensiamo che si tratti di un prezzo di svendita dovuto alla crisi economica. Capiamo che e’ qualcosa di diverso quando arriviamo al Saloon. Teste di fiere appese su tutte le pareti, cowboys che mostrano e smontano fucili e la barista ci spiega che il prezzo dei due cavalla e’ buono e che domain sarebbe andata dal benzianio ad informarsi anche se suo marito ha gia’ 5 cavalli e piu’ fieno di quanto sia necessario. Siamo nel West! La mattina dopo visitiamo il museo di Eureka che ci porta dentro un aspetto del west poco conosciuto. Prima che arrivasse la ferrovia, prima di Lewis e Clark (vedi post del 16 Agosto) qui erano arrivati solo i Francesi cacciatore di pelli che dal fiume Hudson avevano risalito i grandi laghi e raggiunto queste terre. Qui come ovunque i francesi si erano mischiati agli indiani e il museo di Eureka racconta la storia di Sophie Morigeau una donna mezzo sangue che commerciava in pelle prima du un territorio che arrivava fino a Spokane muovendosi con abilita’ tra le tribu’ indiane e gli insediamenti di dei coloni europei.

sabato 11 settembre 2010

Il fiume Kootenai

L’Idaho segna il confine tra due americhe diversissime. Quella della costa ovest, multietnica, metropolitana, tecnologica, con forte e costante emigrazione e quella delle selvaggio west. Le citta’ scompaiono, la natura prende il soppravvento, le reserve indiane si moltiplicano, arrivano i bisonti, gli orsi lungo le strade, i saloon con la musica country e i cowboys col cappello in testa. Inizia il territorio dove nella seconda meta’ dell’ottocento i Sioux, i Piedi neri e i Cheyenne hanno opposto l’ultima resistenza e i Toro seduto e i Nuvola rossa si sono scannati con i generale Custer. Ma nel mezzo di tutto questo ci siamo arrivati per gradi. L’Idaho stretto tra il Montana e Washington segna la linea di confine. Quando siamo arrivati a Bonners Ferry, un paesino a 80 km dal confine col Canada non eravamo ancora coscienti che il panorama stava cambiando. Il direttore del museo ci accoglie con entusiasmo e ci invita a firmare il registro degli ospiti, siamo i primi italiani in visita! Poi ci introduce agli indiani Kootenai che vivevano lungo l’omonimo fiume. E che fiume! senza saperlo abbiamo seguito il suo corso per tre giorni poi l’abbiamo lasciato perche’ il fiume continua in Canada per centinaia di km. Comunque dopo Bonners Ferry, e un tentativo di raggiungere il Canada, interrotto da condizioni metereologiche non rassicuranti, siamo arrivati in quello che per ora e’ il piu’ bel campeggio del viaggio. In una valle dove il fiume compie un’ansa da sogno raggiungibile solo per strada non asfaltata.

venerdì 10 settembre 2010

Da Yakima all'Idaho

Dopo Yakima abbiamo impiegato due giorni per arrivare sulle montagne dell’Idaho. La prima tappa e’ stata Spokane dove ci siamo fermata solo per dormire. Durante il viaggio abbiamo visitato un sito con alcuni tronchi fossilizzati (non particolarmente emozionante) e la simaptica citta’ di Moses Lake dove abbiamo mangiato bene e curato il camper dal meccanico ( cambio del filtro della benzina). Il giorno dopo abbiamo virato a nord appena entrati in Idaho e qui abbiamo incontrato la fantastica valle del fiume Kootenai.

lunedì 6 settembre 2010

Yakima

Oggi abbiamo lasciato Seattle e ci siamo messi in Marcia verso le montagne rocciose dell’Idaho e del Montana. La prima tappa, su indicazione di Lisa e’ stata Yakima nel sud est di Washington. Cercavamo un posto in citta’ dove non piovesse e con campeggio poco costoso per fermarci tre giorni in modo che Grace potesse finire una traduzione. Yakima e’ andata benissimo. Alessandro girivagava a iedi per la citta’ per fare spese, studiare la storia del west il biblioteca e cercare i ricambi del camper. Grace ha lavorato bene.

giovedì 2 settembre 2010

A zonzo con Silvia

Silvia e’ venuta in visita. L’abbiamo presa all’aeroporto di Seattle e siamo andati su un’isola nel Puget Sound che si chiama Whidbey. Entusiasmo per l’ospite e entusiasmo dell’ospite: abbiamo passto tre bellissime giornate a zonzo come al solito in visita a musei sui pionieri e paesaggi mozzafiato. In particolare il Deception pass, uno stretto braccio di mare che separa Whidbey dall’isoletta si Anacortes. Molto interesante anche il giro naturalistico nel bosco con la guida che ci ha spiegato come cresce un bosco e le particolarita’ di alcune piante (Douglas Firs, Sitka Spruce, Hemlock, Alders). Lunedi’ sera siamo tornati a Seattle e dopo una visita in citta’ siamo usciti a cena con Lisa.