giovedì 20 ottobre 2011

L'isola Tequile


La mattina alle quattro, Alessandro accompagna Felix e l'asino Mariano ai terreni alti che dopo sette anni di riposo, da quest'anno riprendono la produzione di patate. Mariano trasporta un sacco di guano delle galline di Felix per concimare il terreno. La salita dura un'oretta proprio all'alba mentre il sole illumina la penisola di Pucamayo e l'isola di Amantanì. (forse Santorini ha qualcosa da invidiare al Titikaka). Felix spiega che fra poco anche lui costruirà il tipico totemino di protezione del campo, fatto di pietre sovrapposte che in quechua si chaima seiua. Torniamo a valle, alle 7,30  si parte per il giro sull'isola Taquile che sta ad un'ora di lago. Siamo i primi turisti ad arrivarci questa mattina e l'isola sembra ancora addormentata. La gente di qui veste in modo differente rispetto alla costa di fronte e costituisce una specie di gruppo etnico a parte. L'isola è molto bella ma tutto qui intorno lo è. Peccato che Felix ci aspetti alla barca dopo tre ore, alle 11, perché ci sarebbe piaciuto rimanere ancora un po'. Ma all'una Felix deve andare con tutta la famiglia a seminare le patate nei terreni bassi e dobbiamo rientrare presto.
Durante il ritorno Felix ci mostra la casa in cui é nato e dove ancor oggi abita la madre, ci parla della sua  barca costruita da pochi mesi da un mastro d'ascia della zona, e ci fa vedere un uccello lacustre incapace di volare che viene catturato grazie ad inseguimenti con la barca che lasciano l'uccello privo di forze. La sua carne é molto buona, dice. La sera Felix ci spiega come sono fatti gli abiti femminili del posto, composti da un cappello a quattro corni piatto e colorato, da uno scialle, da una gonna, da una camicetta ricamata e da  una giacca. Il tutto costa quasi 1000 soles, cioè una paga mensile da insegnante e qui tutte lo portano se sono sposate. Le ragazze non sposate invece hanno un cappello di lana lungo mezzo metro molto buffo. Poi ci spiega cosa produce la sua terra ( patate, orzo, quinoa, fave, mais) e il processo di liofilizzazione delle patate tramite il gelo che permette di conservare il tubero per anni.