venerdì 7 ottobre 2011

Missioni III

Ripartiamo verso le nove, nuova avventura per la benzina e poi via verso Santa Ana. Santa Ana ha una storia un po' particolare: e' stata costruita dopo che i gesuiti se ne erano andati ma gli indigeni avevano evidentemente imparato l'arte e la chiesa anche se più povera delle altre, meno barocca, appare senz'altro la più originale. Il paese ora e' molto curato e ordinato con qualche attivita' turistica molto molto basica e la scuola primaria. Tutto e'molto tranquillo e sereno la strada asfaltata piu' vicina sta a 200 km ma all'inizio del xx secolo Santa Ana era la capitale della zona, aveva 20 mila abitanti e vi si stampava un quotidiano, il dover, che oggi, stampato altrove, permane il quotidiano della provincia. La ragione del boom di cent'anni fa stava nel gran numero di piante di caucciù della zona.
Ripartiamo, arriviamo a San Raphael, visitiamo la missione, ma ormai siamo stanchi, una si confonde con l'altra, poi andiamo a San Miguel, dove sulla porta della chiesa ci accoglie il custode che sta per andare a pranzo ma ci mostra tutto. Poi cerchiamo di mangiare, ma San Miguel, e' un villaggio troppo misero, l'acqua corrente non esiste nelle case e non ce la sentiamo di affrontare il rischio influenza ( in questi giorni a Santa Cruz le scuole sono chiuse per l'epidemia di influenza suina). Il programma di viaggio prevede che torniamo a San Raphael e poi da li raggiungiamo San Jose' dove nella notte Uffo e Monica prenderanno il treno per Santa Cruz. Ale e Grace pero' decidono che ormai il viaggio non ha più senso, abbiamo visto le missioni gesuitiche, sappiamo tutto e siamo stanchi. Non abbandoneremo i nostri compagni di viaggio nella notte su un treno ma torneremo con loro in citta' il giorno dopo. Monica e' felicissima.
Riprendiamo la strada, ancora giungla, qualche stagno, qualche tenda di colono cicalerò che sta impiantandosi nella giungla per iniziare una nuova vita. 180 km fuori strada un solo villaggio chiamato 'Fortuna'. Poi finalmente prima del tramonto San Jose'. La chiesa della missione e' l'unica del circuito in mattoni, e' stupenda, arancione nella luce del tramonto. Annesso c'e' un interessante museo ma che guardiamo velocemente perché troppo stanchi.
C'e festa in città e molti alberghi sono pieni. Una Simpatica ragazza del ristorante Arte y sabor ci manda un po' fuori citta' e ci sistemiamo, torniamo da lei per cenare, non l'avessimo mai fatto. La ragazza e' moglie di un Francese chiacchierone ( sosia del compagno delle elementari di Alessandro, chiamato Cinque) che lavorava nei boschi brasiliani. Una sera colpito dalla bella boliviana ha deciso di restare in mezzo alla giungla, di aprire un'azienda agricola e un ristorante. E ora ci consiglia caldamente di continuare la strad a verso il Brasile per non perderci Chochis e soprattutto Santiago. Una missione a suo dire meglio di Santa Ana.
Inviato da iPad