giovedì 19 gennaio 2012

Cumbe Moyo e Celendin

Ieri abbiamo visitato Cumbe Mayo il fiume ricamato, in quechua. Si tratta di una località di montagna dove gli antichi cajamarquini, 3500 anni fa, hanno pensato bene di scavare nella roccia un acquedotto di una trentina di km per portare l'acqua alla loro città che in estate va soggetta alla siccità. Colmo delle meraviglie l'acquedotto si trova sullo spartiacque andino per cui devia il flusso dal Pacifico all'Atlantico. Siccome non pioveva siamo stati fortunatissimi; Combo Moyo si trova in una valle incantata dove gli spiriti semplici possono facilmente vedere le anime librarsi a mezz'aria. Noi non ne abbiamo viste ma in compenso, in quanto unici gringos, siamo stati coccolatissimi dal gruppo di turisti in cui eravamo inseriti. Tra questi una Garibaldi di Trujillo residente a Buenos Aires.
Gli scavi degli archeologi sono stati interrotti per l'inverno ma pare che alla bocca dell'acquedotto abbiamo trovato la piazza votiva con templi dedicati alla Pachamama, al Sole e all'Acqua. Se fossi uno studente passerei l'estate a Combo Moyo a lavorare negli scavi e a imparare spagnolo. Ma forse lo faccio anche da pensionato.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cumbe_Mayo

Stamattina altre 5 ore di pullman per arrivar a Celendin, capitale della provincia. Percorso di montagna su pista ma con strapiombi spaventosi solo per pochi km. Provincia verdissima e isolatissima, sembra la Bolivia. Intanto l'Amazzonia si avvicina, a Caledin si moltiplicano gli occhi verdi e i frutti sconosciuti. Mangiato un caco giallo canarino, dalla consistenza della pesca con la buccia verde, spessa e vellutata. domattina ripartiamo subito (se la pioggia non interrompe la strada) per Leylabamba dove pensiamo di fermarci un paio di giorni a fare gli archeologi cioè a visitare musei e scavi.