giovedì 3 novembre 2011

Il Machu Picchu

Il Machu Picchu é stato scoperto da un ambizioso esploratore Americano di nome Hiram Bingham nel 1911, accompagnato da un pastore locale Melchiorre Arteaga che abitava lí da sempre e che quindi non poteva scoprire niente. Bingham che non era un modesto, fu subito certo di aver scoperto la sacra città perduta degli Inca (un mito senza basi nato probabilmente dal senso di colpa occidentale) e si preoccupò molto di curare il marketing della sua scoperta. Il risultato é che al Machu Picchu arrivano ogni anno 6 milioni di turisti, i resti della città sono curatissimi e in ottimo stato mentre generalmente nei magnifichi siti archeologici del Peru non s'incontra anima viva e le pecore pascolano beate tra i resti delle civiltà scomparse. Noi partiamo a piedi verso le nove per percorrere i 10 km di salita che ci separano dal sito archeologico. Capiamo subito come funziona. Primo pagare subito, poi venir controllati, poi pagare nuovamente e venir nuovamente controllati... Non siamo soli: sulla strada decine di Pullman trasportano in alto centinaia di turisti. Verso le 12 passiamo l'ultimo controllo poliziesco e siamo nel parco. Siamo incazzati ma é bellissimo, é come Venezia a Ferragosto, intasata di gente fino all'ultimo angolino ma ne valeva la pena. Non ci saremmo mai venuti ma ora siamo coscienti di essere in un posto unico, inimitabile, indimenticabile, noi insieme a questa coda di 40 turisti giapponesi aggrappati alla scala che ci porta al tempio del sole. La vista dall'alto é da urlo se non fosse che dobbiamo aspettare che il gruppo tedesco finisca di fotografare l'altare sacro e, quando finalmente superiamo i canadesi e entriamo nel settore residenziale... comincia a piovere. Il titanic affonda, le masse sbandano, cercano un riparo, rimettono la macchina fotografica ed estraggono il telo antipioggia. Ci affolliamo verso l'uscita perdendo la compattezza del gruppo nazionale. Ora siamo più individui bagnati e spaventati dall'acqua che ci circonda e rende le sacre pietre scivolose, maledetti Inca e maledetto Bingham e maledetta pioggia!! All'uscita regna il caos: le migliaia, bagnate aspettano in coda gli autobus che li riportino in basso, in albergo, all'asciutto, via da lì, Ma non é semplice. Noi, Ale e Grace, riprendiamo a camminare. Stavolta sotto la pioggia tropicale in discesa che forse é meglio del sole tropicale in salita dell'andata. Arriviamo a valle che é quasi buio fradici ma felici. Siamo stati al Machu Picchu!! Il giorno dopo torniamo a Cusco, ma ci arriviamo per pura fortuna, la nostra agenzia si era infatti dimenticata di mandare il pulmino a riprenderci (già pagato). Nel dubbio sul che fare, per fortuna, siamo saliti su un autobus di un altra agenzia. Riusciremo comunque a farci rimborsare senza problemi. In Peru é così, ci si può dimenticare...

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